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Il sultanato di Delhi

a Storia
 


Qutb-ud-Din prende rapidamente il controllo di Varanasi nel 1194, di Kannauj nel 1198 e di Kalinjar nel 1202.  Nel 1206 Muhammad di Ghur è assassinato a Lahore. Nel 1210 Qutb-ud-Din muore lasciando le fondazioni di uno stato musulmano in India. Shams-ud-Din Iltutmish prende la successione e si separa dei figli di Qutb-ud-Din. È lui che consolida il sultanato di Delhi difendendo le frontiere dell'ovest, controllando i musulmani nobili installati in India e oppressandoi regni indù. Quando egli muore nel 1236, lo stato musulmano che lascia è più potente di quelli che controllano il controllo dell'India del nord.

Delhi afferma la sua indipendenza riguardo a Ghandi. Designata per succedergli, Raziyya, la ragazza di Iltutmish, prende il governo del sultanato. Ma il suo regno sarà di breve periodo (4 anni). È cacciata dal potere dai musulmani nobili dall'idea che una donna diriga il paese. Si esegue allora una lotta di fazioni che durerà una decina di anni.

Sono gli schiavi della famiglia di Iltutmish (chiamati il quaranta) che riusciranno ha conservare la coesione del sultanato. È del resto uno di loro, Ghiyas-ud-Din Balban, che si isserà al più alto livello del potere presso il sultano Nasir-ud-Din Mahmud (1236-1266) e che diventerà a sua volta sultano  nel 1266 fino al 1287. Questo periodo fu segnato dalla rinascita dei dirigenti indù Rajput e con gli attacchi dei Moghul all'ovest.

Essendo riuscito a garantire la sicurezza del suo sultanato Balban preferì rafforzare la sua sovranità sui governatori delle province musulmane piuttosto che di affrontare delle battaglie lunghe e costose contro gli indù. Questa politica di consolidamento permise ai successori di Balban di dedicarsi più certamente in una politica d'espansione. I successori di Balban si rivelarono incapaci di evitare i conflitti interni. Al termine di confronti tra nazioni, Jalal-ud-Din Firuz, della dinastia del Khalji, prende il potere nel 1290. Il suo regno sarà di breve periodo poiché è assassinato 6 anni più tardi dal suo nipote Ala-ud-Din Khalji (1296-1316). Quest'ultimo decide di  dedicarsi al doppio compito di centralizzare lo stato e procedere alla sua espansione. Si impadronira  in particolare al Yadava e alla loro capitale Devagiri che prenderà d'attacco nel  1296. 

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Nel 1299 unisce Gujarat poi si attacca al Rajasthan tra il 1301 e il 1312 e si apre così la strada verso il sud.  Nel 1307 Malik Kafur, uno dei tenenti di Ala-ud-Din, controlla il regno Yadava.  Nel 1310 saccheggia il regno Pandya ed unisce definitivamente Devagiri  nel 1313. Ala-ud-Din pratica un'apertura verso gli aristocratici non turchi e introduce gli indù nelle prese di decisioni politiche. Gravi dissensi segnano la successione di Ala-ud-Din nel 1316.

Malik Kafur è assassinato ed è Qutb-ud-Din Mubarak Shah, il terzo figlio del sultano, che prende il potere. Lui stesso è assassinato  nel 1320 da uno dei suoi generali, Khusraw Khan, un indù convertito. Dopo quattro mesi a capo  del sultanato è ucciso da Ghazi Malik che sale  sul trono sotto il nome di Ghiyas-ud-Din Tughluq (1320-1325) che inaugura così la dinastia del Tughluq. Nonostante la brevità del suo regno si afferra nel Bengala, indipendente dalla morte di Balban. È ritornando da questa campagna vittoriosa che è ucciso casualmente nei pressi di Delhi. I suoi figli Muhammad Ibn Tughluq prendono naturalmente la successione (1325-1351). Questo regno segna il massimo del sultanato ma anche il suo declino.

Nel 1327 Muhammad Ibn Tughluq riesce ad allegare i tre grandi regni indù del sud e fa di Devagiri la sua seconda capitale. Si traslochera  per garantirsi  il controllo perfetto di questa regione ricca. Ma molto rapidamente importanti disordini si sviluppano al nord, ad ovest ed in Bengala. Il sultano è obbligato a ritornare per sottomettere la ribellione. Riesce anche a rifiutare i Moghul che avevano quasi raggiunto Delhi ma non può impedire alle province del sud di  dividersi  in molti stati indipendenti, di cui quello del Vijayanagar fondato nel 1336.

Muhammad Ibn Tughluq perde poco a poco i suoi possessi in India del sud e non può impedire la fondazione dello stato Bahmani al Deccan  nel 1347. Nel 1351 suo cugino Firuz Shah sale sul trono e conduce molte campagne più o meno coronate di successo. Contrariamente ai suoi predecessori, Firuz Shah accorda più autonomia ai nobili per evitare le ribellioni ma questo ebbe per effetto una perdita d'influenza del sultano nelle decisioni politiche ed economiche. 

Nel 1388, alla morte di Firuz Shah, il sultanato è sul bordo dell'esplosione. I figli ed i nipoti di Firuz si affrontano e lasciano così tutto il tempo ai musulmani nobili ed indù di organizzare ed affermare la loro autonomia. Nel 1394, non avendo potuto dividere, partigiani dei due richiedenti al trono iniziano una guerra civile che durerà tre anni. Quest'indebolimento lascerà ogni svago a Timur Lang (Tamerlan), già in possesso di un vasto impero in Asia centrale, di penetrare in India ed impossessarsi di Delhi nel 1398.  Combattera  l'esercito del sultanato e mettera  in poverta  la città senza pieta.

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Al XV secolo l'influenza sull'India del nord si diluisce ed il potere si divide tra vari stati. L'ultimo Tughluq muore nel 1413. Khirz Khan fonda allora la dinastia del Sayyid. L'ultimo Sayyid trasmette il potere  nel 1451 a Bahlul Lodi. Nel 1479 quest'ultimo unisce  Jaunpur dopo la sua vittoria su Mahmmud Sharqui. Bahlul Lodi regna dal 1451 al 1489. Suoi due successori, Sikandar Lodi (1489-1517) ed Ibrahim Lodi (1517-1526) tentano di mantenere questa politica espansionistica. Sikandar ad esempio condusse campagne contro Bihar e fece di Agra la sua capitale nel 1504 per servire il potere di fronte verso il Rajasthan in particolare. Ibrahim Lodi fu ancora più autoritario  dei suoi predecessori. Egli ha dovuto sottomettere molte ribellioni afgane e fare fronte al Moghul portati da Babur.  Nel 1524 quest'ultimo si impossessa di Lahore e demolisce gli eserciti del sultano. Ibrahim Lodi è ucciso nei pressi di Delhi nel 1526.

 

 
   
 






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